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CENNI STORICI

Sono molti i ritrovamenti nel territorio di Chianciano, dal periodo preistorico a quello Etrusco, a quello Romano, portati avanti nei secoli per testimoniare la loro esistenza. Moltissime le tombe ritrovate con corredi molto importanti, tra cui la “Mater Matuta” monumento cinerario etrusco, il sarcofago del “Defunto a banchetto con la Lasa”, con figura maschile giacente vicino ad una divinità femminile alata e la tomba arcaica attribuita ad un guerriero etrusco di alto rango. Sulle possibili origini del nome “Chianciano” vi sono più di una versione ma quella più vicina sembra che sia attribuita al fiume “Chiana”con il nomignolo “Clancius”. Le numerose e ricche fonti che vi si trovavano nel territorio di Chianciano, furono sfruttate molto presto dagli Etruschi, creando le “Fonti Chiusine”, l’attuale Acqua Santa. Anche i Romani costruirono un centro di vita mondana dette le “Camerelle o Camarelle”, stabilimento termale per i bagni di pulizia con stanze con vasche. Furono i Romani a pubblicizzare le sorgenti di Chianciano, con i suoi Senatori, che ne divennero dei fanatici sostenitori, dopo che, Cesare Augusto fu guarito da un’affezione reumatica con l’uso dei bagni. Durante il periodo del Medioevo, le acque di Chianciano subirono un lungo periodo di decadenza e di abbandono. Il castello di Chianciano era abitato dai conti Manenti, grandi proprietari terrieri, fin dal 976, fino al 1280 quando i chiancianesi li cacciarono, pur rimanendo sudditi di Orvieto. Chiusi nel XI secolo fu devastata dalla malaria, per l’aria infetta della palude della Valdichiana, i Vescovi venero a stabilirsi a Chianciano nel Palazzo Vescovile, che vi soggiornarono saltuariamente fino al 1774. Nel 1287 Chianciano rafforzò il suo prestigio diventando “Libero Comune” e di governarsi liberamente con i propri statuti comunali. Passarono pochi anni di “Libero Comune” che Chianciano fu dominato dalla potente casata dei Monaldeschi di Orvieto. In periodo molto triste per il popolo gravato dalle tasse e dalle continue lotte fratricide. Finalmente nel 1346 il Comune di Chianciano passò sotto la protezione di Siena, stabilendo una fedele alleanza, che gli permise di mantenere la propria indipendenza. Intanto, Siena indebolita dalla peste e dalle carestie, nel 1399 caddero nell’ambiziosa spirale del duca Giovanni Galeazzo Visconti, che era stato scelto come protettore contro Firenze e anche gli alleati di Siena ne subirono l’affronto. Per due volte, la prima nel 1397 e poi nel 1472, i Poliziani occuparono il castello di Chianciano e si giunse al 1494 ad una pace definitiva. Nel 1503, le truppe di Cesare Borgia con un esercito di 15.000 uomini si dirigeva verso Siena, conquistò Chianciano, incendiando e distruggendo molte case abbandonate dalla gente, fuggita terrorizzata dalla fama dell’uomo. In pieno Rinascimento le Terme di Chianciano divennero sempre più note e conosciute con l’appellativo di “Acqua Santa”. Nel 1554, Chianciano fu occupata dal Conte Sforza, alleato con i Fiorentini e gli Spagnoli, dopo feroci combattimenti, dove morirono 1680 persone e furono incendiate 240 case su 300. Chianciano nel 1557 passato definitamene sotto i Medici, intraprese lentamente una ripresa, furono ricostruite le case distrutte, ristrutturate le antiche porte, vi fu una lenta e progressiva ripresa economica, alimentata dai proventi della terra. Anche le Terme, dopo aver subito eventi e distruzioni e ridotti in stato di abbandono, furono restaurate nel 1674, per iniziativa di due facoltosi chiancianesi, il dott.Domenico Angelotti e dott.Giovanni Andrea De Vegnis. Il 1700 fu il periodo di due grandi personaggi chiancianesi: Leonardo Massimiliano De Vegni, artista e inventore e Antonio Paolozzi, storico e appassionato di archeologia. Giuseppe Baldassarri, professore di storia naturale all’università di Siena, analizzò le acque del territorio ed in particolare le due sorgenti “Acqua Santa” e “Sant’Agnese” che erano le più frequentate. Nella sua relazione troviamo che nei pressi delle due sorgenti, vi erano altre  fonti denominate: “Fonte del Poggiolo”, “Fonte del Condotto”, “Fonte del Cancello”, “Fonte del Prato”, “Sorgente Sant’Elena” e “Fonte Perucciole”. Un secolo di ripresa e di studi, questo è il 1800, dal periodo Napoleonico al Regno di Leopoldo II, un susseguirsi di avvenimenti e di pubblicazioni riguardante le acque di Chianciano. Nel 1895 il primo manifesto pubblicitario, stampato a Firenze, con una suggestiva veduta panoramica dei due maggiori stabilimenti. Nel 1901 viene inaugurato il nuovo stabilimento “Sillene”. Nel 1905, il veronese Cesare Guardini, concessionario delle Terme, restaurò lo stabilimento Bagni e dell’Acqua Santa, secondo gli accordi presi con il Comune di Chianciano che ne era proprietario. Nel 1905, fu inaugurato il Grand Hotel e l’anno dopo ospitò la regina madre Margherita di Savoia. In quegli anni anche Luigi Pirandello scelse Chianciano, dove nacquero due sue novelle: “Pallino e Mimi” e “Acqua Amara”. Nel 1915 si inserì la nuova società concessionaria delle Terme, rappresentata dal consigliere delegato Angelo Banti, dove si provvede alla ristrutturazione dello stabilimento Acqua Santa su disegno dell’architetto Giusti. Il 4 luglio 1922, ebbero la visita del principe ereditario Umberto di Savoia.  Nel 1926, il Cav. Giuseppe Cignozzi, inaugurava il nuovo stabilimento termale della Sorgente di Sant’Elena. Nel mese di giugno 1940, giunge la regina Elena con il suo seguito e alcuni giorni dopo il re Vittorio Emanuele III.

TESTO DI:

GIORDANO CIOLI  e-mail:gcioli@libero.it 

 

 

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